La ristorazione bolognese, con un ristorante ogni 35 abitanti secondo Confcommercio, è stata oggetto di una crescente attenzione da parte dei media e delle autorità negli ultimi tempi. Ma dietro il florido panorama culinario, si nascondono ombre inquietanti che una recente video-inchiesta giornalistica, intitolata “La Febbre del Cibo: Le Ombre della Ristorazione Bolognese”, ha deciso di portare alla luce.
L’inchiesta, realizzata da Sofia Nardacchione e Andrea Giagnorio, svela un panorama poco chiaro e spesso oscuro dietro ai ristoranti che popolano la città. Dai locali che si presentano spesso vuoti ma con fatturati sorprendentemente elevati, fino alle catene che continuano ad espandersi anche durante periodi di crisi come il lockdown, emergono segnali inequivocabili di un sistema ristorativo caratterizzato da intricati meccanismi e scarsa trasparenza.
L’inizio dell’inchiesta: l’associazione antimafia Libera Bologna
Tutto è iniziato da decine di segnalazioni giunte all’associazione antimafia Libera Bologna.
“La Febbre del Cibo” si concentra soprattutto sul centro di Bologna, sottolinea come l’industria del cibo sia un asset economico in continua crescita, ma al contempo evidenzia un’esclusione: quella dei piccoli ristoratori del cuore pulsante della città.
Sofia Nardacchione, una delle autrici dell’inchiesta, spiega che il lavoro è durato mesi ed è nato dalla volontà di mettere in luce una realtà complessa e spesso ignorata. “Si parla di un’economia del cibo in espansione, ma anche di una serie di questioni legate all’opacità e all’esclusione dei piccoli imprenditori”, afferma.
Proprio in seguito a queste indagini, Libera Bologna ha lanciato una raccolta fondi online su Ideaginger per sostenere ulteriori attività di inchiesta e monitoraggio del territorio. L’associazione, nata nel 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia, si è impegnata attivamente anche contro le problematiche legate al mondo della ristorazione.
Libera Bologna, parte del coordinamento provinciale di Libera, lavora incessantemente per sensibilizzare la comunità locale e promuovere la cultura della legalità.
Grazie al lavoro dei suoi volontari e alla sensibile collaborazione con enti locali ed altre realtà sociali l’associazione continua ad essere un faro di speranza nella lotta contro le ingiustizie e le opacità del sistema.
“La Febbre del Cibo” non è solo un’inchiesta, ma un grido di allarme che invita tutti a guardare oltre le apparenze e ad esigere maggiore trasparenza e giustizia in un settore così fondamentale per la vita di una città come Bologna.